Aspetti storici della Cascina Favaglie
La Cascina Favaglie S. Rocco ha una lunga storia, tracce della sua esistenza si hanno già dal 1272 mentre risalgono al 1830 gli ultimi interventi sulla struttura della cascina ed alcune sue pertinenze, quando il Duca Ferdinando Serbelloni Sfondrati, Generale di cavalleria al servizio del Maresciallo Radetzky, fece abbattere gli ormai fatiscenti fabbricati per sostituirli con altri nuovi. Negli anni settanta cessarono le ultime attività agricole e la cascina Favaglie San Rocco vide un progetto di ripristino per insediamenti abitativi. Nel 2002 furono ceduti al Comune di Cornaredo gli edifici storici di pertinenza della cascina:
- L’Oratorio di San Rocco, con all’interno affreschi del tardo Quattrocento
- La Ghiacciaia
- L’ex Porcilaia, attuale sede del Museo Contadino
- L’Antico Forno Comunitario
dati in comodato d’uso alla sezione locale di Italia Nostra Milano Nord-Ovest, che ha restaurato tutti gli edifici.
Vita in Cascina
La Cascina Favaglie S.Rocco è la classica cascina lombarda, il tipico insediamento agricolo a corte chiusa, costruito nella campagna distante dai centri abitati: un organismo autosufficiente abitata da diverse famiglie di contadini.Presentava una pianta quadrangolare, lungo il cui perimetro si sviluppavano gli edifici per la produzione e gli spazi abitativi.La Cascina Favaglie S.Rocco era accessibile tramite due ingressi, quello principale, rivolto verso la strada di accesso, e uno secondario rivolto verso la campagna. Alla sera venivano chiusi i portoni per tenere fuori i briganti. Solo una porticina, inserita nel portone, consentiva l’ingresso ai ritardatari.
Era presente un forno comunitario, che veniva utilizzato da molte famiglie. I pani venivano portati al forno già lievitati e pronti per essere infornati. Poteva accadere che per caricare il grande forno non bastavano i pani di una sola famiglia, ecco allora la necessità di segnare i pani per distinguerli che resistevano al processo di lievitazione e cottura nel forno.
Posta al centro del cortile era presente l’aia; era lastricata e serviva per l’asciugatura dei cereali (mais, frumento) esposti al sole. L’aia anche un punto di ritrovo, al mattino, quando il fattore o il suo rappresentante dava le istruzioni per la giornata ai salariati. All’interno della cascina esisteva un essiccatoio artificiale costituito da una torre “fachinera” e braciere. Tutti gli occupanti della cascina avevano un’attività, compresi i bambini ai quali venivano affidati piccoli lavori domestici, come l’approvvigionamento dei contadini che lavoravano nei campi. Alle donne anziane veniva demandata la preparazione dei pasti, la cura del pollame e dell’orto.