La nostra Sezione di Italia Nostra è riuscita, nel corso degli anni, a riportare in auge questa antica tradizione contadina…La cena, “cultural-gastronomica”, da tenersi rigorosamente la sera dell’ultimo giovedì di Gennaio, è molto apprezzata da frotte di soci e familiari!
Cos’è la Gioeubia: diffusissima nel nord della Lombardia e nelle province limitrofe del Piemonte, l’origine di questa festa non è del tutto chiara. Taluni vogliono riferirla all’Inquisizione e alla caccia alle streghe, altri la fanno risalire alle tradizioni celtiche o druidiche, quando si bruciavano fantocci simbolici (ricorrendo talvolta anche a sacrifici umani) per propiziarsi il favore degli dei in battaglia o per ottenere benevoli influssi sulla semina e sul raccolto. Qualunque ne sia il significato, la Gioeubia si festeggia ovunque l’ultimo giovedì di Gennaio. Perché Gioeubia: vuoi perché il nome deriva da Giove o da Giobbia, il giovedì in piemontese, vuoi perché il giovedì è il giorno, meglio la notte, in cui le streghe, da che mondo è mondo, si riuniscono per il Sabba.
Zobia, Zobiana. Gioeubia, Giobbia, Gioebia, Giobbiana, Giubbiana, Gibiana nella tradizione popolare è sempre stato sinonimo di strega: la strega dell’inverno….e l’inverno, alla fine di Gennaio, doveva incominciare ad andarsene. L’Epifania, si era portata via tutte le feste; i contadini avevano portato a benedire sul sagrato della chiesa i propri animali, le giornate cominciavano ad allungarsi, gli arnesi erano ormai pronti…, non restava che bruciare la vecchia per uscire definitivamente dall’inverno. L’ultimo giovedì del mese, uomini e bambini costruivano con paglia e stracci un fantoccio, la strega, e lo portavano nella piazza del paese, a suon di campanacci, per tener lontana la vecchiaccia, non si sa mai… All’imbrunire, la strega veniva bruciata tra canti e balli. Girare tre volte attorno al falò portava bene. L’inverno e tutti i mali, gli errori, le colpe dell’annata passata venivano bruciati. Se il fuoco saliva scoppiettando diritto verso il cielo, la stagione futura sarebbe stata felice e propizia. Scomparso tra le fiamme il fantoccio, si tornava a casa e in compagnia di amici e parenti si gustava l’abbondante cena a base di riso e luganega preparata per l’occasione (in tempi più recenti si aggiunse anche l’usanza per gli uomini innamorati di regalare a fidanzate e mogli dolcetti di pasta frolla a forma di cuore). In tanti paesi del nord Italia la Gioeubia è ancora viva e sentita: il cerimoniale è rimasto lo stesso ma, a differenza di un tempo, non si balla più attorno al falò e non si fa più per tre volte un bel girotondo. Nessuno crede più a streghe e malocchio…tutte stupidaggini!!!! Però, grandi e piccini attaccano alle vesti della strega o buttano nel falò bigliettini con scritto le cose brutte capitate durante l’anno perché il fuoco le distrugga. E se qualcosa andrà male, ricorderanno che la Gioeubia non era bruciata bene, che le fiamme non erano salite belle diritte…ecc. ecc. Buon appetito!
Vedi qui le nostre cene della Gioeubia.